Che giornate!

















































































Un po’ di stanchezza porta a fare errori. Nel lavoro che stiamo facendo ciò vuol dire dover ricominciare daccapo la prova della scena o i movimenti della canzone.
Stiamo lavorando seguendo un testo scritto, un modo di lavorare che per gli attori di Palma è nuovo. Nei villaggi gli spettacoli teatrali non superano quasi mai i 20 minuti, gli attori li preparano buttando a memoria qualche battuta e affidandosi poi all’improvvisazione. A Maputo, la capitale, invece è già diverso, più vicino al nostro modo di operare, anche Felix e Arlete scrivono i canovacci, i testi, i dialoghi.
Non tutti gli attori di Palma sanno leggere allo stesso modo. C’è chi legge lentamente, poco più del livello delle scuole elementari, per capirci.
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Come forse si può intuire stanno emergendo alcuni problemi e la giornata è stata pesante.
In questo momento tutti stanno provando tutte le parti, a rotazione, ma presto dovremo assegnare i personaggi e bisognerà tenere conto di tanti aspetti: comprensione del testo alla lingua, capacità di recitare, muoversi, comunicare al pubblico.
Abbiamo ricevuto la visita di un giornalista! Che è andato via entusiasta. Nonostante tutto stiamo facendo un grandissimo lavoro. I ragazzi vociferano già di una scuola di teatro a Palma, gestita da loro.
Abbiamo avuto una lunga chiacchierata su Skype con Emanuele, di Slow Food, responsabile del Mozambico nel progetto “10.000 orti in Africa”. Si potrebbe fare un orto scolastico a Palma, Agostinho è professore, Adelino (senior) è responsabile del Servizio distrettuale di Educazione, Gioventù e Tecnologia, sarebbero le persone più adatte a seguire gli orti.