Ciak, si recita!

















































































C’è un’energia quasi palpabile stamattina.
Fra una mezz’oretta c’è la prova generale, la prima di due, DEVE andare bene. Deve andare bene perché è l’ultimo giorno di stage, deve andare bene perché sarebbe il perfetto coronamento di 11 giorni di un’intensità pazzesca, deve andare bene perché non possiamo sbagliare, non possiamo chiudere lo stage con un insuccesso.
Faccio l’assistente.
Controllo che ogni attore abbia in ordine e pronti i propri oggetti di scena, controllo i camici per i medici, le siringhe e le flebo (tranquilli, fa tutto parte dello spettacolo!).
Dico: “Proviamo a fare delle macchie in faccia al vero medico e a toglierle prima dell’ultima scena, non lo abbiamo mai fatto, proviamoci. Felix, tu dovrai lavare il viso all’attore, prepara una panno e un po’ d’acqua!”.
Durante lo spettacolo è vietato parlare, muoversi, commentare. L’audio viene ripreso con un enorme microfono che riesce a “sentire” anche quando respiri, ogni interferenza rovinerebbe la registrazione, stesso discorso per le telecamere. Ci serve una ripresa video dello spettacolo in prova per l’archivio video, per le web serie, forse per il documentario finale. Abbiamo tanti spezzoni registrati nel corso dello stage, ci serve un prova completa, liscia, perfetta.
In più il video andrà in visione a ENI e a CUAMM per le loro valutazioni.
Non possiamo sbagliare.
E i ragazzi non sbagliano!
La prova del mattino è un successo. Solo due leggerissime sbavature, percepibili solo a chi, come noi, conosce a memoria testo e scene dello spettacolo ed è addetto ai lavori.
A questa prova partecipa anche un ospite d’eccezione: Paolo Rossi, che si diverte e si congratula con gli attori.
Applausi e ringraziamenti sono le frasi più belle che potessi sentire oggi.
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Va bene anche la prova del pomeriggio, a cui assiste un piccolo pubblico (di italiani ovviamente ma il portoghese non è poi così difficile da capire…). La prova buona è stata quella del mattino, gli attori recitano per puro divertimento, improvvisando anche qualche nuova posizione.
E’ un successo, so quando il pubblico deve ridere, e sentire sghignazzare è la seconda cosa più bella della giornata.
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Dopo cena. Iniziano i saluti, domani i ragazzi partono. C’è una frase, una preghiera, un ringraziamento per ognuno di noi, e per ognuno di loro. E’ stata una grande avventura, grandissima… non è finita ma non so se riusciremo di nuovo a vivere così vicini uno all’altro per giorni e giorni. Ci sono persone, come le ragazze della cucina, che non rivedranno più i ragazzi: il prossimo incontro sarà in occasione della tournée in Mozambico, gli stage in Italia sono finiti.
Jacopo mi ruba la parole di bocca: “Si parla tanto in Italia di integrazione, tolleranza, noi abbiamo dimostrato che non è poi così difficile…”.
