









I Macua – RITI DI PASSAGGIO: Matrimonio, Relazioni sessuali, Divorzio
Rubrica a cura dell’antropologa Timi GASPARI
Matrimonio
Nelle società mozambicane il matrimonio non è un fatto tra due persone, bensì tra due famiglie, e questo vale anche per i Macua. Tutta la comunità in realtà si sente coinvolta in un matrimonio, dato che sono in gioco la consistenza, il buon nome e il futuro di un lignaggio e della società in generale.
I riti di matrimonio fanno parte di un processo che dura circa un anno, e tutti i riti che compongono questo processo sono considerati importanti per lo stesso.
Per i Macua il matrimonio è molto importante, una persona non è completa se non si sposa e infatti è visto come un momento di crescita individuale e di maggior integrazione nella comunità.
Nel matrimonio Macua non esiste la dote (la donna che si porta con sè dei beni) né il prezzo della sposa (l’uomo che offre beni alla famiglia della sposa); si considera che col matrimonio la famiglia della donna s’arricchisca perché acquisisce un nuovo membro, il quale aiuterà in casa e nei campi.
Quando i due ragazzi iniziano a sentire attrazione uno per l’altro, il ragazzo parla con suo zio e gli manifesta il desiderio di sposarsi con lei. Lo zio consulta i genitori del ragazzo e gli anziani di famiglia, dopo di che dà avvio alle negoziazioni con la famiglia della ragazza. Queste negoziazioni possono durare anche varie settimane. Durante questo periodo la famiglia della ragazza fa indagini sulla famiglia del ragazzo, per essere sicuri che non esistano legami di sangue e per verificarne il buon nome. Concluse le indagini e approvato il ragazzo, questo viene consegnato alla famiglia della ragazza, e con lei vivrà per un anno, in prova, durante il quale convivono in tutto e per tutto come una coppia sposata. Il ragazzo deve dimostrare di essere un bravo lavoratore, di essere fertile e di essere un buon marito. Se uno dei due ragazzi decide in questa fase che non è convinto del suo compagno, il processo si interrompe e si separano senza nessuna conseguenza. Se durante l’anno di prova va tutto bene, alla fine sono gli anziani di famiglia a sancire l’approvazione finale del matrimonio.
Il matrimonio vero e proprio vede una serie di cerimonie che cambiano molto di zona in zona, quindi non ha molto senso descriverne una sua versione. Si ha comunque un pasto comunitario, un sacrificio rituale agli antenati, la consegna di regali agli sposi e una festa finale con canti e danze.
Relazioni sessuali
Per una coppia sposata le relazioni sessuali sono fonte di unione tra gli sposi e tra questi e gli antenati e il resto delle rispettive famiglie, tuttavia esistono una serie di situazioni in cui gli sposi non possono avere relazioni: durante le mestruazioni, dopo il parto fino allo svezzamento del bambino, in caso di malattia, in caso di morte di un parente molto prossimo, durante i riti di iniziazione dei propri figli, durante la preparazione di grandi riti di sacrificio tradizionali.
Le relazioni extra-coniugali sono estremamente malviste, e danno luogo alla separazione temporanea o definitiva della coppia; sono ammesse soltanto nei seguenti casi: ospitalità della sposa (in caso di visita da parte di un personaggio molto importante, il marito offre la moglie all’ospite per la notte; non è più praticato da decenni), scambio di mogli (due amici molto stretti possono decidere di scambiarsi le mogli per una notte per saldare ulteriormente l’amicizia; lo scambio può avvenire solo se le mogli acconsentono); aiuto in caso di sterilità (utero in affitto o “donazione di sperma”); relazioni rituali (molto rare, stabilite dalla tradizione, e normalmente coinvolgono solo il capo del villaggio).
Le coppie adottano i seguenti metodi di controllo delle nascite: astinenza periodica (soprattutto dopo un parto), aborti (soprattutto in caso di adulterio); uso di contraccettivi naturali preparati dallo specialista (diciamo “curandeiro”, anche se il termine non è corretto).
Divorzio
In caso la coppia abbia dissapori insormontabili, o in caso di sterilità, di impotenza, di adulterio, di aborti frequenti, di morte frequente dei figli, o di maltrattamenti gravi, normalmente si cerca di trovare soluzioni a questi problemi attraverso dibattiti in famiglia o nella comunità condotti dai responsabili delle rispettive famiglie. Se non si trova un accordo ci si rivolge al tribunale comunitario presidiato dal capo del villaggio, il quale organizza un vero e proprio processo con tanto di testimoni, dibattito e sentenza. In caso si sentenzi il divorzio il marito torna alla propria famiglia lasciando i figli con la sposa, e i due saranno liberi di risposarsi.
I MACUA – LA MALATTIA E I RITI DI CURA
(CONTINUA… )
