La preparazione delle scenografie

















































































Lo spettacolo prevede alcuni costumi di scena: camici per i medici e l’ostetrica, siringona e termometrone chiaramente falsi per il medico falso, siringhe, flebo e stetoscopio veri per il vero medico. Un computer per “simulare” la macchina ecografa.
Dietro agli attori le scenografie: due teli di cotone disegnati, sei metri per tre ciascuno. Il primo rappresenterà una foresta e sarà in scena per tutta la prima parte dello spettacolo, il secondo invece figurerà l’interno dell’ospedale e comparirà quando il vero medico, nella seconda parte dello spettacolo, accoglie le due protagoniste in gravidanza e fa loro l’ecografia.
Nell’ultima parte, nella quale una delle attrici legge una serie di raccomandazioni sanitarie rivolte alle neomamme e alla donne in dolce attesa, gli attori maschi entrano ed escono di scena con dei “cartelli sanitari”, sempre disegnati a mano, che rafforzeranno quanto letto dall’attrice. Si va dall’allattamento al seno, alla cura del bimbo, fino alla corretta conservazione degli alimenti.
La preparazione dei due teli scenografici e di 6 teli sanitari (un metro per un metro e mezzo di altezza) ha richiesto 3 mesi di lavoro!
E siamo partiti da un foglio bianco, di carta.
Jacopo ha disegnato il primo schizzo, rielaborato poi in un primo bozzetto digitale proporzionato alle dimensioni reali del telo.
Il bozzetto è stato poi proiettato sul telo e disegnati i contorni. Poi il telo è stato steso a terra e si è iniziato a dipingere. Prima gli sfondi e i colori di base, poi le rotondità, poi le luci e le ombre, poi le rifiniture.
Dopo un mese di lavoro, tre/quattro persone impegnate mezza giornata, avevamo finito il primo telone, la foresta.
Un altro mese per l’interno dell’ospedale, un mese per i sei cartelli sanitari… il giorno prima dell’inizio della tournée sarebbe stato tutto pronto.
Ma… “Houston, abbiamo un problema”: lo spettacolo è in Mozambico, le scenografie sono in Italia!
Nelle ultime settimane di lavoro ho dato un pennello in mano a chiunque fosse entrato al capannone di Alcatraz. Abbiamo fatto riunioni con Jacopo mentre lui colorava il cartello sanitario della donna che allatta al seno o della donna che mangia.
L’ultima pennellata all’ultimo cartello sanitario è stata data la sera prima che chiudessimo le casse con tutto il materiale scenico in partenza per il Mozambico: quando abbiamo piegato il telo per l’ultima volta prima della spedizione il colore non era ancora ben secco.
Per tenere in piedi le scenografie serve una struttura, autoportante, sicura, trasportabile e facile da montare e che permetta anche un veloce cambio di scenografia durante lo spettacolo.
La struttura messa a punto nei laboratori segreti di Alcatraz può resistere a un terremoto.
Tubi Innocenti idraulici che si avvitano tra loro fino a formare una porta da calcio. Picchetti alla base per fissarla a terra e i teli legati davanti. Due corde per tirare gli angoli in basso del primo telone che salendo rivela la seconda scenografia. A scriverlo sembra un gioco da ragazzi ma abbiamo fatto prove per giorni, cucito i bordi dei teli, rinforzato qui, là, i lacci, e poi riprovato a montare, smontare, ancora una volta, dai!
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Di seguito alcune foto della preparazione delle scenografie e dei cartelli sanitari: c’è tutto, la Prima scenografia con la foresta, la Seconda scenografia con l’interno ospedale, e i Cartelli sanitari: consulta medico/donna in gravidanza, alimentazione, allattamento al seno, vaccinazioni, medicazioni, lavaggio mani.
Si ringraziano per l’aiuto e l’amore versato su quelle tele: Jacopo Fo, Armando Tondo, Elena Zanforlin, Elisa Orrico, Maria Pia Bee. Per la struttura: Stefano Bertea, Andrea Casciari, Mattea Fo.
E io, Simone, facevo pressioni psicologiche affinché andassero avanti, terminassero, smettessero di modificare, aggiungere, ritoccare. Anche questo è un lavoro 🙂