L’arrivo alla Libera Università di Alcatraz

















































































Dopo le settimane di lavoro per preparare i documenti necessari a farli uscire dal Mozambico ed entrare in Italia, a preparare tutta la logistica necessaria per il loro soggiorno, finalmente ci siamo, è l’ora!
Sono all’aeroporto di Roma Fiumicino, Terminal 1, e fra qualche minuto da dietro le porte scorrevoli comparirà la compagnia teatrale de “Il teatro fa bene”, 5 attori amatoriali del Distretto di Palma più due attori professionisti di Maputo. Durante il viaggio sono stati accompagnati da Iacopo e dal resto della troupe video, Paolo e Daniele, forse non serviva che io venissi fino a Roma ma non voglio perdermi il loro volto, la loro reazione al primo impatto con l’Italia.
Ed eccoli!
Arlete, Safina, Ana Bela, Felix, Adelino (junior), Adelino (senior) e il professor Agostinho, impeccabile nel suo abito con camicia, giacca e cravatta.
Vi lascio per qualche minuto, li abbraccio uno a uno…
“Ahora” (già riparlo portoghese) siamo sul pulmino. Li ho guardati sorridermi e sorridersi, seguire scorrere il panorama fuori dai finestrini e poi crollare addormentati.
Dormono tutti, le uniche parole che siamo riusciti a scambiarci sono state che stanno bene e che sono esausti.
Il loro viaggio è iniziato giorni fa, quasi una settimana, prima da Palma a Pemba, poi da Pemba a Maputo per fare i visti e poi da Maputo verso l’Italia. Credo che loro si sentano come ci siamo sentiti noi la prima volta che siamo sbarcati in Mozambico: ti eri fatto un’idea poi la realtà è tutt’altro e inizi un’avventura che a tratti ti sembra un film.
Li abbiamo svegliati a Casa del Diavolo, in Umbria, dico loro che ci vorranno almeno 24 ore per reuperare la stanchezza del viaggio, di stare tranquilli. Sono come sempre gentili e molto formali ma lo vedo che sono stanchi.
Mangiamo e andiamo a riposare (anche chi vi scrive si è alzato alle 5:30, nulla in confronto a loro ma erano comunque le 5:30, secondo alcuni è una violazione dei diritti umani…).
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Lunga chiacchierata con Jacopo Fo prima di cena, ora qui ci siamo tutti, italiani, mozambicani e tutti i partecipanti al progetto che non hanno avuto modo di andare in Mozambico personalmente.
Hanno voluto che raccontassimo loro di nuovo il progetto, hanno fatto domande, abbiamo riso, Jacopo ha raccontato i canovacci di alcuni suoi pezzi teatrali e altre brevi storielle tradizionali, abbiamo chiarito quale deve essere l’obiettivo dello stage.
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Che si mangia?
Riso Venere con gamberi e rucola, spiedini di pollo con zucchine, insalata di frutta, verdura e formaggio, melanzane gratinate, verdure crude, caramelle di pasta brisè ripiena di spinaci e ricotta, e zuppa inglese. Pensavo che l’alimentazione sarebbe potuta essere un problema… dai piatti puliti direi che mi sbagliavo!
