Prova di memoria con Mario Pirovano

















































































Mattinata assieme a Mario, seduti intorno a un tavolo a leggere, rileggere e poi recitare a memoria il testo dello spettacolo. E quando si arriva alla fine, cinque minuti e pausa e si rincomincia.
Alla terza, quarta volta, lo spettacolo diventa una specie di canzone che tende a portarti in uno stato di meditazione (io ovviamente non ho battute quindi ascolto e basta).
I ragazzi mozambicani migliorano di giorno in giorno, sembra che la notte facciano magie per assimilare le istruzioni ricevute il giorno prima. Imposti una posizione degli attori per una scena, il giorno dopo gli attori si rimettono lì, non c’è bisogno quasi mai di ripetere una cosa due volte…
Pensa a una predisposizione genetica all’arte, una nuova teoria… 🙂
Se potessimo fare la mappature genetica di questi ragazzi io credo che quasi sicuramente troveremmo geni travestiti da clown o con le loro maschere tradizionali.
Se la comunità scientifica non è d’accordo, venite a vedere con i vostri occhi!
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Pomeriggio. Commemoriamo la scomparsa di un parente di uno degli attori andando in Chiesa nello stesso momento in cui in Mozambico si sta svolgendo il funerale “ufficiale”.
Una canzone nella lingua tradizionale di Maputo, tre preghiere, un discorso, bellissimo, sul perdere e il guadagnare (ovviamente non si parla di denaro!), Mario canta un’ode alla morte, scritta da San Francesco d’Assisi, Bruno legge una poesia.
E’ stato molto emozionante, che groppo alla gola…
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Sera. Prova dello spettacolo ma manca energia. Raggruppo gli attori in cerchio, abbracciati, come si fa nel rugby, e dico che capisco il momento, capisco la loro tristezza e che se vogliono possono sfogarsi nella recitazione. Il teatro è così…
La seconda prova è un fiume in piena. Per la prima volta gli attori hanno tirato fuori la voce e un ritmo incalzante.
Anche oggi, nonostante tutto, abbiamo portato a casa una buona prova. Domani riprendiamo da qui.