Recitiamo con Mario Pirovano

















































































Protagonista della giornata è ancora Mario Pirovano.
Si riparte da “La fame dello Zanni”, ognuno di loro ne reciterà un pezzettino davanti agli altri. Non conoscendo il testo – sulle parole lavoreremo più avanti – i ragazzi devono concentrarsi sui movimenti, sulla gestualità. La comunicazione dei concetti della pièce teatrale dovrà arrivare grazie al corpo.
Mario spiega di non toccarsi mai la maschera di scena o il viso, spiega le prospettive, i punti di vista diversi che ha il pubblico in base a dove è seduto. Parla di leggerezza, delicatezza dei movimenti, ampiezza, lentezza, spazio ed equilibrio. L’attore finge di cadere ma non perde mai totalmente l’equilibrio.
Uno a uno i ragazzi mozambicani si alternano al centro della scena. Tutti provano due volte, la prima come viene, la seconda con l’assistenza e i consigli di Mario.
Qualcuno di loro, 5 su 7, forse 6 su 7, non hai avuto a che fare con una commedia né con una recitazione così movimentata e complessa. In più sul “palco” sono soli, altra cosa che probabilmente è nuova per loro. Nella nostre missioni in Mozambico non abbiamo mai visto uno spettacolo con un attore solo in scena, si trattava sempre di compagnie, gruppi.
Mario prende i ragazzi uno a uno e li fa muovere con lui, spiega che ogni movimento è come una danza, poi un movimento più brusco per cambiare il ritmo.
La differenza, il miglioramento, tra la prima prova e la seconda è entusiasmante.
Entusiasmante è anche come i ragazzi si siano lasciati coinvolgere. Ascoltano attentamente Mario parlare una lingua tra il portoghese e il dialetto veneto. Chi ha dubbi chiede di poter fare una pregunta (domanda), si rispondono tra di loro, si consigliano, si correggono. E capiscono tutto! Il professor Chipula riassume la trama e non ci sono errori!
Un altro straordinario effetto collaterale è l’allegria. Ora nel gruppo c’è allegria. Recuperare dal viaggio, ambientarsi, entrare nell’idea di uno stage sul teatro, ha richiesto in pratica 3 giorni, oggi l’atmosfera è diversa, si ride, ci si prende in giro. Bruno è diventato il “papà”, Tiziana la “mamà”, Adelino junior mi ha fatto ascoltare la sua ultima canzone. Lui è un rapper, Mr Kedo il nome d’arte, e fa coppia con Safina, Miss Zaina.
Pomeriggio: si cambia monologo, da “A fome do Zanni” a “Johan Padan a la descoverta de le Americhe”. Mario recita, poi spiega, ci blocchiamo per un momento sul concetto di nave, stiva, ponte, loro pensano alle barchette da pescatori, Mario dice: “No, sono navi enormi, grandi come questa casa”.
Si voltano tutti verso la casa e fanno: “Ahhh!”
Dopo il monologo si rifinisce a parlare dell’esperienza personale di Mario. I ragazzi sono sempre interessati a sapere cosa prova Mario prima degli spettacoli, come si sente dopo, uno chiede se quei movimenti, quella capacità di parlare con il corpo è un “dono”.
Li amo!
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Che si mangia?
Stiamo facendo provare ai ragazzi tutte le specialità del nostro Paese, ogni giorno un piatto tipico. Oggi è la volta delle tagliatelle alla bolognese, fatte con un ragù di vitello. I due di Maputo le conoscono, le propongono anche in un ristorante della capitale mozambicana, per gli altri un’assoluta novità.
Poi pollo con curry, verdure miste cotte e crude, queste ci sono tutti i giorni, patate arrosto, riso. E sul riso c’è stato il tifo da stadio! Finalmente hanno potuto fare come piace a loro: il riso sotto, tutto il resto sopra.
