Spettacoli a Palma, via ai casting! No, fermi tutti!

















































































Il programma della giornata prevede due spettacoli teatrali. I primi due! Nel corso della missione vedremo 6 performance di gruppi di Palma, Quionga e Pundanhar. No, non ho idea di cosa voglia dire… 🙂
Cosa ci proporranno? Ma soprattutto capirò la trama? Riuscirò a vedere le sfumature? E gli attori, devo selezionare gli attori, devo ricordarmi di chiedere che lingue parlano e poi l’Italia, mi chiederanno di tutto sull’Italia, sullo stage, che gli dico???
Ci penso dopo colazione.
Riporto quasi testualmente dagli appunti:
Primo spettacolo: gruppo scolastico di Palma
La storia: è importante andare a scuola e studiare.
Secondo spettacolo: compagnia teatrale Amodefa di Palma
La storia: la protagonista vive tra la voglia di andare a scuola e studiare e la famiglia che invece la vuole a lavorare e accasata con un marito. E’ importante andare a scuola e studiare.
Fermi tutti, abbiamo un problema!!! Qualcuno ha riso? Avete visto spunti di comicità? Guardo i visi dei miei compagni di viaggio…
Mi sono fatto spiegare da Adelino Gonçalves, una sorta di assessore alla cultura, come funziona qui, cioè nel nord rurale della giovane repubblica del Mozambico. Il governo usa i piccoli gruppi teatrali scolastici e di comunità per diffondere nei villaggi, anche quelli più lontani e isolati, una serie di “messaggi” che vanno dall’importanza di andare a scuola fino all’uso del preservativo, alla prevenzione delle gravidanze tra le ragazze troppo giovani.
Le compagnie improvvisano un canovaccio ispirato alla realtà, qualche battuta, un narratore spiega il senso di tutto, il famoso messaggio. Nessuna fase di creazione di una storia, nessun processo creativo.
Lavorate con un testo scritto? Scrivete i dialoghi, le scenette? chiedo ad Adelino Geraldo, uno degli attori della seconda compagnia, che mi dice di essere anche scrittore.
“No” e mi indica un foglio, poi fa il cenno di scrivere, parla di appunti, il messaggio…
Dopo gli spettacoli Felix li ha fatti muovere, giocare, cantare. Si vede chiaramente che manca l’occupazione del palco, forse perché su un palco loro non sono mai saliti, a volte i due attori in scena parlano tra di loro dimenticandosi di guardare il pubblico.
Così li facciamo camminare fissandosi dritti negli occhi l’uno con l’altro, facciamo giochi per imitare i movimenti, cantiamo prima in coro e poi singolarmente per vedere come gestiscono la voce e “le voci”, senza sovrapporsi e senza mangiarsi le parole.
* * *
Perplesso. E’ la mia parola chiave di stasera. Credo di aver visto, di persona, il risultato della totale mancanza di formazione. Se nessuno ti insegna improvvisi, fai del tuo meglio, magari sei un talento naturale, ma ti mancano alcune fondamentali nozioni tecniche, di base.
Quanti attori così ci saranno in Mozambico, in Africa?