A Palma tra le palme (bagnate!)

















































































Nel diario precedente ho dimenticato di dire che per arrivare da Pemba a Palma ci vuole un’ora di aereo più un’altra ora e mezza di macchina (l’aeroporto è a Mocìmboa da Praia, a un’ottantina di km da Palma).
Però a cena abbiamo invitato tutti gli attori e sarà festa! In valigia ho il nuovo cellulare per Adelino (Cuba) e l’articolo uscito sul Corriere della Sera (La Lettura) dedicato ad Ana Bela.
Fa un caldo bestiale. E piove.
Cioè non capisci se sei bagnato di sudore o di pioggia. Quando non piove il Sole picchia con il martello.
Per chi deve fare teatro all’aperto non sono le condizioni migliori. Non posso provare le scenografie che se si bagnano si rovina il disegno, riusciamo a provare lo spettacolo solo nel salottino di una delle camere dell’albergo quindi spazi, distanze, movimenti sono tutti sacrificati.
Poi ci sono gli attori. Safina, al termine di una giornata di prove, aveva la febbre. Adelino Cuba sta uscendo dalla malaria, Adelino Mr. Kedo probabilmente ci sta entrando, Agostinho ha la testa sull’esame universitario di contabilità che ha la settimana prossima, Arlete deve imparare a memoria le sue battute in swahili (Arlete è di Maputo, non parla swahili) e forse ha un po’ di otite, Ana Bela sta bene, lei sta bene!!!
Al mattino si lavora bene, la prova è sempre buona, al pomeriggio il ritmo e la concentrazione calano tantissimo e verso le 16 siamo tutti più o meno stracotti.
La buona notizia è che ci siamo.
Lo spettacolo c’è, gli attori se lo ricordano, gli oggetti di scena ci sono, i costumi ci sono. Ed è chiaro, lo sto ripetendo fino allo sfinimento, che “siamo uno spettacolo comico”. Facciamo ridere, informiamo facendo divertire. E per divertire il pubblico gli attori devono divertirsi a loro volta.
Proviamo lo spettacolo in swahili, non capisco le parole ma conosco movimenti, momenti, scene, posizioni degli attori. Riesco a capire lo spettacolo senza capirlo, comincio ad assaggiare la magia del teatro!
Felix, che fra di noi è l’attore/regista con maggiore esperienza sul campo aiuta gli altri a muoversi in scena e trovarsi poi nella posizione giusta al momento giusto.
Io curo le scenette: le due iniezioni sbagliate, la flebo che si attorciglia. E la parte di lettura dei messaggi sanitari.
Tutto questo finché, a causa del vento, si è strappato uno dei teli scenografici. E con lui il mio cuore!
Per un istante avrei voluto non essere qui.
Poi un sarto di Palma ha ricucito il telo e lo ha rinforzato. Stiamo andati al mercato e abbiamo comprato due paia di jeans per fare i rinforzi. “Che taglia?”, “Non importa, li dobbiamo fare a pezzi”.
Il sarto di Palma che ha riparato la scenografia è l’eroe del giorno. Indiscusso. Per questo ho pagato una riparazione, due giorni di lavoro, quasi come un mese del suo stipendio senza trattare. Gli ho detto che se faceva un buon lavoro lo avrei pagato per intero, ha fatto un ottimo lavoro e io ho mantenuto la parola.
Domani primo spettacolo nel villaggio di Mute, a una quarantina di km da Palma, dove siamo noi.
Nelle foto qui sotto la prova generale dello spettacolo, messo in scena al Palma Residence la sera prima della prima. Tra il pubblico alcune delle autorità di Palma e i clienti dell’albergo, recitiamo in portoghese.