Arrivo a Pemba

















































































Da cosa capisci che sei arrivato in Africa?
1) Si aprono le porte scorrevoli dell’aeroporto, esci e vieni investito da 40-42-45 gradi centigradi di temperatura ambientale. Scendi i tre scalini dell’ingresso e sei completamente sudato.
Benvenuti in Mozambico appena dopo la stagione delle piogge, come si dice “umidità pazzesca” in portoghese?
2) Un altro segnale che sei arrivato in Africa sono le quasi 30 ore di viaggio che hai alle spalle: Milano, Francoforte, Johannesburg, Pemba. E domani dobbiamo raggiungere Palma, che da Pemba dista altri 400 km, un’altra ora di volo, che io non voglio volare più!!!
3) Le donne vestono coloratissime. Si riconoscono subito le tipiche capulane rosse, gialle, verdi, blu, con disegni, a pallini, con motivi tradizionali, allacciate alla vita, una capulana in testa, una avvolta sulla schiena per tenere il bambino.
4) Se incroci lo sguardo di una persona, questa ti saluta: “Bom dia, como està?”. No, non lo conosco ma qui ci si saluta e si ringrazia: “Obrigado”.
5) Le palme e gli immancabili alberi di mango. I meravigliosi e maestosi alberi di mango. Quando danno i frutti gli indici di salute della popolazione migliorano, sono stati fatti dei monitoraggi, poi tornano nella media, migliorano di nuovo quando sono in frutto le papaye e tornano nella media quando finisce la stagione.
6) Ultimo segnale che sei arrivato in Africa: sei bianco. A noi pallidi bianchi le capulane non stanno bene come a loro. Noi pallidi bianchi stoniamo un po’ con il colore rosso della terra argillosa del Mozambico.
Ci vuole qualche giorno per abituarsi, poi non ci fai più caso e inizi a dire che anche tu sei nero, dentro.