Una giornata funesta

















































































Giornata funestata da una brutta notizia che arriva dal Mozambico: Arlete ha parso la madre.
La sua reazione, buttarsi a terra gridando e piangendo, ci ha raggelato il sangue! E la magia si è fermata.
La tradizione mozambicana prevede che la donna più anziana del gruppo lavi le lacrime di chi ha subito la perdita, credo sia un gesto per far sentire la presenza della famiglia intorno, la più anziana del gruppo rappresenta sempre la saggezza, l’autorità.
Siamo seduti sugli scalini, aspettiamo di sapere se vuole un biglietto aereo per tornare a casa, o qualsiasi altra cosa…
La seconda notizia della giornata è un malessere. Adelino (junior) ha mal di testa, dolore alle articolazioni, alla pancia e ai reni. Si sente la malaria.
Malaria?!? Qui, adesso?!?
Per fortuna possiamo fare il test. Sì, sì ad Alcatraz abbiamo il kit per i test della malaria, ha dato esito negativo e dopo una visita in teleconferenza con i medici di Eni Foundation in Mozambico conveniamo che si tratta di qualcosa causato dall’aria condizionata degli aerei e degli aeroporti. Adelino non è abituato all’aria condizionata, forse ha sudato e ha preso freddo. Riposo e tanti liquidi. Ma grazie a Dio non è malaria!!!
Solo nel pomeriggio siamo riusciti a fare una prova dello spettacolo e finalmente ci sono buone notizie! E’ chiaro che nella pausa tra i due stage i ragazzi hanno studiato – e capito – il testo e la storia, e hanno provato.
La giovane Safina, che nel primo stage aveva dimostrato di aver qualche difficoltà a stare al passo con gli altri attori per una difficoltà nella lettura, è stata un fiume in piena, non ha perso una battuta e sul palco ostentava sicurezza, spargeva sorrisi. Incredibile! Bravissima!
C’è da lavorare sui movimenti, sulle posizioni degli attori durante le varie scene, su quello che bisogna fare quando si è in scena ma non si sta recitando.
Questo è un particolare non da poco! Se stai mimando, ad esempio, di curare una persona malata e uno degli attori avanza e parla al pubblico, tu devi continuare a muoverti stando ben attento a non attirare l’attenzione su di te distraendo il pubblico, e tuttavia devi continuare.
Non è così semplice. Come non è semplice – altro esempio – essere in scena e dover far finta di non sentire quello che si dicono gli altri attori. Devi guardare da un’altra parte, simulare di distrarti ma comunque stando attento alle battute perché subito dopo tocca a te!
Sono aspetti su cui gli attori non professionisti di Palma non si sono mai soffermati preparando i loro spettacoli. In più il pezzo è lungo e non ci possono essere cali di energia, soprattutto perché la scena finale è la più articolata (ovviamente!).
Bisogna imparare a dosare entusiasmo e voce per riuscire ad arrivare alla fine.
Per fortuna almeno siamo arrivati alla fine di questa giornata.