Visita all’ospedale di Palma

















































































Le visite preliminari nei villaggi sono finite, oggi siamo in visita all’Ospedale di Palma, o meglio – scopro al momento dell’ingresso – al Centro di Salute di Palma.
Si tratta di un ospedale per le emergenze nuovo nuovo, la sala operatoria, appena finita, è ancora da inaugurare; alla Casa de Espera, costruita per accogliere le donne in gravidanza, mancano intonaci e rifiniture ma il Centro di salute è attivo e funzionante.
Conosciamo la direttrice, la dottoressa Iara. Ormai sono diventato bravissimo e qui adorano farsi intervistare…
Lei è giovane, bellissima, appena laureata, per una legge del Mozambico i neolaureati in Medicina devono fare un apprendistato in un Centro sanitario rurale, per farsi le ossa, insomma!
Ci racconta che nel distretto il 66% dei parti è già ospedalizzato ed è un buon risultato, ci sono problemi di scarsa comunicazione tra le comunità, tra Palma e i villaggi più lontani, servirebbero corsi per insegnare come trattare i neonati, come prevenire le morti infantili, servono rapporti costruttivi (usa proprio queste parole!) con i curanderi, rapporti che tengano conto delle tradizioni e della religione, bisognerebbe insegnare loro come indirizzare i pazienti verso le cure più appropriate. Spesso si ricorre invece all’idea di una cura breve, che dia risultati immediati ma raramente funziona.
Le chiedo cosa pensa del Mamma kit e mi risponde che è un’iniziativa molto importante, che sta avendo successo considerato che è partita solo da poco più di un mese.
La Casa de Espera. Questa struttura, all’interno del Centro sanitario di Palma, è stata ideata invece per accogliere le donne dei villaggi nell’ultimo periodo della gravidanza, offrendo loro vitto, alloggio e tutta l’assistenza medica necessaria. Non è ancora funzionante, un medico di Medici con l’Africa Cuamm ci racconta che vogliono renderla più accattivante possibile ma che sarà difficile convincere le donne dei villaggi ad abbandonare la famiglia per stare qui.
E’ un’altra delle sfide che medici con l’Africa Cuamm ed Eni Foundation stanno affrontando in Mozambico.
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E’ notte, devo preparare le valigie, inizia il lungo viaggio di rientro.
