Visita al villaggio di Quionga

















































































Il “capo amministrativo” del villaggio di Quionga ci accoglie con una maglietta della McDonald’s. Saprà cosa sta indossando?
Sorride, sembra felice di incontrarci: sa che l’Italia ha ospitato i colloqui per la pace in Mozambico negli anni ’90 e per questo ancora ci ringrazia!
Sarà la telecamera, sarà la situazione, il capovillaggio tiene un vero e proprio discorso di presentazione della sua comunità: circa 6.200 abitanti, pescatori e agricoltori, c’è la scuola e c’è il centro sanitario, che risale al 1956 e sarebbe da ristrutturare. Nonostante questo il 60% delle nascite nel villaggio avviene lì, nel centro sanitario.
Ci dice che la sensibilizzazione sanitaria tramite il teatro sarebbe molto utile e che sarebbe una grande occasione per la comunità. Chiediamo informazioni sul teatro e sulle altre attività culturali del villaggio e lui ci risponde che la popolazione è più coinvolta dalla religione che dalla cultura, ogni tanto si organizzano delle “palestre”, vere e proprie lezioni dimostrative per la comunità su sanità e prevenzione. Esistono inoltre danze tradizionali fate dai curanderi, i medici tradizionali, e altre danze che si fanno in occasione delle visite delle autorità, di solito politici.
Non riusciamo a vedere una performance teatrale o una di questa danze, quelle dei curanderi probabilmente, a noi bianchi, non le faranno vedere mai…
“Dove si svolgono le palestre? Dove si riunisce la comunità di solito?”
“Lì, sotto il mango”.
La domanda serviva a individuare la location dove tenere lo spettacolo teatrale. Sotto il mango non c’è palcoscenico, no energia elettrica, niente sedie, nessuna luce.
La comunità si ritrova lì perché il mango fa ombra.
